Appunti sul testo - L’autismo. Spiegazione di un enigma - di Uta Frith - Adottato per l'esame di Psicopatologia dell'età evolutiva - Prof.ssa Chiara Muttini - anno accademico 1999/2000 - Facoltà di scienze della Formazione di Torino
L’autismo. Spiegazione di un enigma
di Antonella Bastone
Appunti sul testo - L’autismo. Spiegazione di un enigma - di Uta Frith - Adottato
per l'esame di Psicopatologia dell'età evolutiva - Prof.ssa Chiara Muttini - anno
accademico 1999/2000 - Facoltà di scienze della Formazione di Torino
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Scienze della Formazione
Esame: Psicopatologia dell'età evolutiva
Docente: Prof.ssa Chiara Muttini
Titolo del libro: L’AUTISMO. SPIEGAZIONE DI UN ENIGMA
Autore del libro: Uta Frith
Editore: Laterza1. Teoria della mente
il bambino sviluppa gradualmente una concezione di come è fatta la mente propria e altrui, ciò permette al
soggetto di capire l’altro, pensare a cosa pensa l’altro (gli stati mentali altrui).
A differenza del comportamentismo, per comprendere l’interlocutore non ci si ferma all’evidenza
(comportamento manifesto), ma si cerca di entrare nella mente dell’altro per giungere alle intenzioni delle
sue azioni (prospettiva mentalistica).
Frith: autismo caratterizzato da assenza o inadeguato sviluppo di una teoria della mente all’interno di una
costellazione di altri disturbi che riguardano diversi processi cognitivi (percezione, memoria, ragionamento);
è una mente comportamentistica capace di comprendere l’azione altrui solo dal suo senso manifesto. Per la
Frith la mente umana possiede geneticamente un modulo predisposto per sviluppare la t.d.m. e un suo danno
arresta lo sviluppo di questa competenza fondamentale che permette di interagire con le altrui menti a liv
mentalistico. Rifiuta l’interpretazione psicodinamica (autismo derivante dalla difficile relazione
madre/figlio) : il mentalismo della madre si scontra con il comportamento del figlio, incomprensione che
varia in base al contesto familiare: qui il supporto terapeutico può essere importante per la madre che ha
difficoltà ad interagire col figlio (x es. sensi di colpa, riconoscimento della natura biologica del disturbo).
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L’autismo. Spiegazione di un enigma 2. Che cos’è l’autismo?
Eliminare la convinzione per cui l’autismo sia un disturbo infantile, si inizia a notare nell’infanzia, ma è un
disturbo dello sviluppo: colpisce tutto lo sviluppo mentale e i sintomi sono necessariamente diversi nelle
diverse età, alcune caratteristiche si manifestano è tardi, altre scompaiono nel tempo.
Altro equivoco da eliminare: i bambini autistici non sono resi così dai loro genitori che non li amano
abbastanza, l’origine biologica è da ricercare probabilmente prima della nascita.
Peter: il quadro clinico dell’autismo è molto diverso in base all’età, con cambiamenti inesorabili
(arretramenti e progressi) + un soggetto relativamente capace, cresciuto in un buon ambiente può diventare
ben adattato (lo sviluppo mentale è ritardato e distorto, non raggiunge mai la maturità, al limite successi
considerevoli in aree isolate, ma non permette una totale integrazione nella comunità adulta).
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L’autismo. Spiegazione di un enigma 3. Come fu identificato l’autismo
Kanner nel 1943 e Asperger nel 1944: primi tentativi teorici di spiegazione, entrambi usano il termine
autismo, introdotto da Bleuler nel 1911 riferito alla schizofrenia: restringimento delle relazioni con persone
e mondo esterno tale da escludere qualsiasi cosa eccetto il proprio sé, può manifestarsi come un
allontanamento dal mondo e vita sociale verso se stesso. Osservano bambini che non sanno allacciare delle
normali relazioni affettive con la gente.
--> Kanner: esame di 11 bambini, caratteristiche fondamentali sono isolamento autistico, desiderio di
ripetitività, isolotti di capacità (incapacità di rapportarsi nel modo usuale a gente dai primi momenti di vita,
buona relazione con oggetti, relazioni diverse con gente (profondo isolamento), rumori, movimento e
prestazioni ripetitive, desiderio ossessivo di conservare la ripetitività, eccellente memoria meccanica per
poesie, nomi, ricordo di figure e sequenze. La sua conclusone è: innata incapacità di fornire il consueto
contatto affettivo.
--> Asperger: difficoltà notevoli nell’integrazione sociale (fallimento), pensiero originale, sguardo
periferico, povertà di espressioni facciali e gesti, movimenti stereotipati, uso del linguaggio normale,
mancanza di attenzione alle richieste dell’ambiente, aree isoalte di interesse, creazione originale di parole.
Elementi comuni = disturbo di contatto, difficoltà di comunicazione e adattamento sociale, stereotipie di
movimenti e anormali successi intellettivi.
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L’autismo. Spiegazione di un enigma 4. Le caratteristiche cardinali secondo Kanner
2 caratteristiche fondamentali per la diagnosi di autismo:
- Isolamento autistico: che pervade ogni comportamento, da non confondere con un’anormalità sociale
(timidezza, rifiuto, evitamento), non significa solo stare solo fisicamente, ma mentalmente
- Insistenza ossessiva per le ritualità (rigidità, fissità), movimenti, espressioni e pensieri prodotti
ripetutamente + routine elaborate nell’azione, linguaggio e pensiero senza uno scopo apparente + stretto
campo di interessi (esclusione di qualsiasi altra cosa)
Criteri diagnostici attuali
Nel DSM 4°:
- Disturbo qualitativo dell’interazione sociale reciproca
- Disturbo qualitativo della comunicazione verbale e non (assenza di linguaggio, acquisizione ritardata,
uso anomalo, disturbo nella capacità di impegnarsi in una comunicazione)
- Repertorio nettamente ristretto di attività e interessi
Il sintomo + importante resta l’isolamento autistico, riscontrabile già prima dei 3 anni
1. È difficile diagnosticare l’autismo? La diagnosi è basata sul comportamento per cui è importante avere
molte conoscenze cliniche ed esperienze; importante ascoltare la famiglia, osservare il paziente,
somministrare test psicologici e ricostruire la storia del disturbo + considerare l’età del bambino, soprattutto
età mentale
2. Quanto precocemente si può identificare l’autismo? nella > dei casi si presenta dalla nascita, ma non è
detto che ci si accorga molto presto, nel bambino molto piccolo può trattarsi di un ritardo evolutivo con
possibili recuperi + anche nei bambini normali si possono riscontrare problemi passeggeri nello sviluppo
sociale. Di solito si avverte intorno al 2°anno
3. Cosa accade al bambino autistico una volta cresciuto? Non è un disturbo che scompare nonostante i
cambiamenti di comportamento, spesso però riescono a compensare l’handicap in modo notevole, per es.
con inserimento nel contesto sociale dove le loro qualità possono fruttare. Di solito l’estremo distacco
sociale si attenua, ma risulta sempre un deficit sottile e persistente come si ci fosse qualcosa che non può
essere corretto.
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L’autismo. Spiegazione di un enigma 5. La lezione del ragazzo selvaggio
L’autismo non è un fenomeno moderno, nei resoconti di medici del passato si trovano diversi indizi, spesso
relazione tra autismo/ragazzi selvaggi (cresciuti allo stato selvaggio aldilà di qualsiasi contatto umano, privi
di linguaggio), per indagare le 2 possibili cause dell’autismo (biologico e socioambientale): se una dura e
prolungata privazione del contatto umano può portare all’autismo. Si valutano sei di questi soggetti che
presentano le caratteristiche fondamentali dell’isolamento autistico tenendo conto che esso si manifesta in
modo diverso nei diversi stadi di sviluppo.
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